Gianluca Regondi
“… Uomini sbucciati come tante mele
Il ricordo di Eva è un marciapiede di periferia.
Non ha memoria l’argomento di dio
e i fratelli di Caino banchettano
con la frutta rimasta …”
biografia
Gianluca Regondi approda al mondo della poesia relativamente tardi, nel Marzo 2009. È un apprezzato interprete delle proprie poesie e di altri autori, ed è fotografo amatoriale. Otto autori diversi hanno scelto sue fotografie come frontespizio delle loro pubblicazioni. Produce video poesie interpretando testi propri e di altri autori. Ha ideato, promosso e finanziato insieme ad altri autori dal 2016 al 2021 il concorso letterario LA COULEUR D’UN POEME. Nel 2020 diviene co-fondatore di WikiPoesia Dal 2022 collabora con l’Associazione Culturale RETTE PARALLELE: cultura e dintorni, dove promuove una borsa di studio per giovani penne.
Le sue pubblicazioni:
2010 - GIORNI DI PANNA: IL VIAGGIO (Rupe Mutevole Edizioni)
2012 - INDACI E MARZAPANE: (Narrativa e Poesia Edizioni)
2013 – DENTRO: (Rupe Mutevole Edizioni)
2015 - RIVERBERI D’AUTUNNO: (Octopus Edizioni)
(1° Classificato Premio Chiaromonte Gulfi : Sezione Sillogi Edite).
2018 - SPAZIO INTERIORE (Edizioni Accademia Barbanera)
2020 - RONDINI E MANI: non ho poesie d’amore (Edizioni Accademia Barbanera)
2023 - LA SCRITTURA NELL’ ERA DEL PLEONASTICO: (Ensamble Edizioni)
AL CIELO DI NESSUNO
E poi, rondini puntini impazziti
all’orizzonte della campagna pulita
Capriole
Picchiate
garrendo con loro
come nel sogno dei liberi
E poi
i tuoi occhi
salati quanto basta
per queste solitudini
tenute per mano
scritte e raccontate
in attimi volati via
gridati al cielo di nessuno
E poi, rondini
come puntini impazziti.
PERIRE
Respira lentamente il significato
degli uomini genuflessi
che chiedono salvezza
come foglie a terra
Rami conficcati al cielo
Nudi come spade affilate
Anche perire è una fatica.
TUTTO QUI
Solo a Giuda appartiene questo significato
come se il futuro non avesse futuro
e l’amore fosse un vacuo grido all’esistenza.
Nemmeno lui conosce le verità che non abbiamo
E sono caduto guardando le stelle
negli Agosti dell’infanzia
nell’affanno di una terra ormai debole
con un fiato di tempo fatto di nostalgia