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Juan Marqués

"Non faremo del futuro

un’altra superstizione.

 

Quando sarò vecchio

avrò sei anni."

biografia

Juan Marqués (Zaragoza, 1980), laureato in letteratura spagnola presso l’Università di Zaragoza, è critico letterario e collabora con numerose riviste e scrive nell’inserto letterario di El Mundo. Ha curato libri di Arturo Barea, Gerardo Diego, Luys Santa Marina ed Eloy Sánchez Rosillo, e nel  2017 è stato curatore della mostra Retorno a Max Aub, dell’Istituto Cervantes. Tra il 2017 e il 2022 ha coordinasto le pagine di critrica letteraria Las Librerías Recomiendan, mentre oggi è responsabile della sezione “recensioni di poesia” de La Plaza Invisible, della rivista La Línea Amarilla. Ha pubblicato le sillogi Un tiempo libre (Granada, Comares, 2008), Abierto (Valencia, Pre-textos, 2010. Premio Gerardo Diego), Blanco roto (Valencia, Pre-Textos, 2016), El cuarto de estar (Valencia, Pre-Textos, 2019) e Diez mil cien (Sevilla, Fundación José Manuel Lara, 2021, premio Hermanos Machado), e il romanzo El hombre que ordenaba bibliotecas (Valencia, Pre-Textos, 2021).

HÓLAVALLAGARDUR

 

Gli alberi apparirono

come extraterrestri,

le sue braccia nella nebbia.

 

Prima ebbi paura.

 

Poi non mi importò che mi seguissero

 

(de Abierto, 2010)

CARTOLINA DA PONTEVEDRA

 

Sette di mattina,

freddo

caffeina.

Piove per tradizione.

 

Ribellione e amore, la mia vita.

 

(de Blanco roto, 2016)

MARRONE QUASI ARANCIONE

 

Non faremo del futuro

un’altra superstizione.

 

Quando sarò vecchio

avrò sei anni.

 

(de El cuarto de estar, 2019)

SONO I GIORNI DECISIVI

 

Il cuore: un’alga,

un pesce che non ne può più,

un’altra busta di plastica nel mare.

 

(De Diez mil cien, 2020)

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